Battute che volano alto | |
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Papa Francesco, sull'aereo di ritorno dal Brasile si è fermato a conversare con il giornalisti. Tra tutte le cose dette, due battute mi hanno colpito e fatto volare. Eccole: Ma ricordiamo che Maria è più importante degli apostoli vescovi, e così la donna nella Chiesa è più importante dei vescovi e dei preti. Sono state dette rispondendo a domande diverse, ma delineano fortemente la figura del Vescovo, lo toglie dal palazzo delle decisioni per metterlo in mezzo alla gente… o meglio davanti, in mezzo e dietro. Certo che compito primo del vescovo è guidare il popolo di Dio, ma il popolo di Dio non è né generico, né amorfo, ha una sua storia, una cultura, una sua propria personalità frutto di relazioni e un vescovo (o un parroco) non può non inserirsi in questa dinamica relazionale per conoscere, apprezzare e amare il popolo che gli è affidato. Un pastore che sia tale non può comunicare alla sua gente senza conoscerla, senza esprimerne la comunione, non sarebbe comunicazione. Forse insegnamento, dottrina ma non comunicazione perché non tocca il loro cuore che non conosce. Il suo diventa un discorso ripetitivo, artefatto, artificiale, inutile. Proprio perché il Vescovo è uomo di comunione che sta in mezzo alla sua gente e da lì scopre il “fiuto della strada” o – per dirlo in altre parole – lo Spirito che agisce nei fedeli e li rende profeti. Perché lo Spirito è presente ed opera nelle persone, a volte indipendentemente dai programmi pastorali e dalle strategie studiate al tavolino. Dio, proprio perché è Dio e lo Spirito “ che soffia dove vuole” (Gv 3,8) è libero e imprevedibile, agisce come vuole e con chi vuole. Il Vescovo (e il parroco) docile al suo compito deve essere capace di discernimento, libero di abbandonare i suoi programmi e le sue idee per correre dietro allo Spirito che sempre si manifesta nel popolo di Dio. Il vescovo deve essere così: dice papa Francesco. Qui inserirei quella frase che il Papa ha detto su Maria e sulle donne: così la donna nella Chiesa è più importante dei vescovi e dei preti. È una affermazione forte che va molto più lontano di certi devozionismi mariani fatti solo di forme e sentimentalismi. Una affermazione forte che deve far riflettere su tante forme misogine che ancora permangono nella chiesa e nella società ancora eccessivamente maschilista. Eppure è il genio femminile che aiuta a vedere le realtà che l’uomo non scorge (Gv 2,3), a esprimere la Fede in maniera semplice e diretta (Gv 11,27), a sovrabbondare nella dedizione (Gv 12,3), ad annunciare la realtà della vita che è per sempre (Gv 20,18). |